domenica 26 luglio 2009

Miracoli usuali

Ben trovati...!



Per me gli anni 80 sono stati molto fecondi:questa canzone ,di cui ho composto anche la musica, fa parte dei miei numerosi lavori di quel tempo.In quei frangenti mi applicavo con interesse alla filosofia al Liceo ,ma degli studi di allora è rimasto solo quello che mi riguardava più da vicino.Cioè poco o niente!



Al di là della nostra conoscenza


Sapete quelle strane bottigliette colorate
con dentro tanta strana sabbiolina colorata?
Immagino vi sia venuto in mente di pensare
a quale strana regola risponda ogni granello
che sembra fatto apposta lì com’è al suo posto giusto
che se apri e scuoti si rimesta dentro tutto quanto..
E’ quasi un fatto mistico che possano formare
quei piccoli frammenti un paesaggio da guardare!

E se per gioco io volessi confrontare
quei grani piccioli al viver nostro umano
senz’ altro mi verrebbe anche da pensare
che quel miracolo si debba ad una mano
senza corpo o carne ma di un’essenza
che va al di là della nostra conoscenza!



Avete in mente quelle tonde bolle trasparenti
che salgono da terra assai più lievi della gioia
che vi prendeva quando, sotto un cielo ormai pesante,
le vedevate uscire dalla flebile cannuccia
girare con spirali e volute per la stanza ..?
Ce n’eran anche di grosse che salivano più stanche
ma tutte , grandi o piccole dovevano scoppiare
sul lucido piancito come un pianto senza sale!


E se per gioco io volessi confrontare
quelle leggere bolle al viver nostro umano
senz’altro mi verrebbe anche da pensare
che come bolle sulla terra siamo in mano
ad un destino cieco o ad un’Essenza
che va al di là della nostra conoscenza!


Questa canzone esprime la mancanza di sicurezze nella vita simboleggiata dalle sabbioline colorate.
L'esistenza sembra ordinata e precisa ma quando vi metti mano ti accorgi di come sia fragile e delicata!
Basta una scossa e tutto si rimescola senza possibilità di rimedio!
Le bolle raffigurano anch'esse la caducità del vivere di cui ci accorgiamo sin da piccoli.
Ma ovviamente, malgrado la presenza della morte, l'assetto regolare e la bellezza del Creato nasconde il suo significato di Eternità che si trova (appunto)al di là della nostra conoscenza!


Alla prossima.. vale

domenica 12 luglio 2009

Paesaggio Urbano


Ben trovati!

Giorni fa, guardando alla tv tutte le sventure dei poveri Abruzzesi, mi è tornata in mente una mia poesia che scrissi in un periodo di sperimentazioni linguistiche . Al tempo avevo appena visto una mostra su  SIRONI che mi aveva particolarmente ispirato.Con la sua rigidità mi infondeva tristezza e quasi timore , quasi come le immagini di squallore e distruzione che ci arrivano oggi dal telegiornale. Uno scorcio di città intirizzito, anchilosato, paralizzato che rispecchiava la paura di quei tempi (seconda guerra mondiale) e la mancanza di speranza in un mondo migliore. La rassegnazione ad un mondo coriaceo, crudele, inflessibile.Tutto ciò riassunto in un piccolo quadro del '42 di Mario Sironi Interpretando a modo mio la poesia dell'epoca, (soprattuto l'amato Ungaretti) scrissi questi versi che poi vi commenterò.



PAESAGGIO URBANO (1985)
Esco di casa,
la Grigna grida
con le sue somme vette imbiancate
dietro gli stabili sfacciati e stolidi
nel loro esausto grigiore putrido

Le fronde mobili e impolverate
viste dall'alto sembrano libere.
Invece in basso sono confitti
disperati tronchi intorpiditi.

E quella terra calpestata
ormai a cemento condannata
raccoglie i passeri che la punzecchiano
coi loro becchi ormai delusi.

Beati loro che nel volo
trovano consolazione
ma non si azzardano a ricalcare
le rotte degli Pterodactyli.

Ho usato l'onomatopea molto diffusa in quei tempi di futurismo. Le montagne sono state descritte in modo antropomorfo come i palazzi avviliti, demoralizzati ed ormai putrefatti. Per le cime già dette ho usato il vocabolo "imbiancate" invece di "innevate" come se fossero state affrescate dall'uomo e non quindi naturali. La disperazione degli alberi rende quasi quella sensazione che si prova se ci si sveglia male con la mente e le membra torpide ed intirizzite.Il terreno, anch'esso offeso sembra un poco rabbonito nel suo generoso atto di accogliere i piccoli volatili frustrati.Manca loro il coraggio come a dei figli che non osano seguire le orme di genitori troppo "importanti" od influenti che da tempo se ne sono andati ma sono ancora ricordati per la loro possanza in vita.Sono stati però fortunati ad aver ereditato una virtù, particolarmente gradita e gratificante: il volo!


I notri avi come gli Pterodactyli ci hanno lasciato la fantasia, la forza di alzarsi in volo con la mente, la speranza di migliorare la specie.
Per cui in ciò non rassegnamoci,la fiducia in un desiderio che ci hanno promesso , secondo me ,non ci lascerà ,mai.


Il sogno non è un miraggio ma una probabilità positiva che mai ci abbandona!!Di questo son convinta!
Scusate la concione!


Alla prossima.... Vale

sabato 4 luglio 2009

Il trilobite

Ben venuti! Scartabellando tra i miei scritti, ho trovato un racconto che ancora mi piace: velo propongo.

Calimene Tistani (1985)

Bel nome:"Calimene Tristani"..! Sembra un nome di un'opera o... di un racconto. Chi se lo sarebbe immaginato, eh? Che appartenesse a te.
A quest'affarino, bruttino direi, e nero, fossilizzato.Eri lì in quel negozio di fossili infatti, ti ho notatosubito, sai? Non perchè fossi particolarmente bello o grosso...
Tipi come te possono arrivare anche a 70 centimetri, tu ne misuri solo 5.5, ma così...perchè eri tu...
Eri un trilobite che ha vissuto la sua vita 400/320 milioni di anni fa e che apparentemente non aveva alcun legame con me. Io sono una femmina di homo sapiens sapiens e da molto tempo sono qua sulla terra ma non da cosìtanto come te e mi sento un po' in soggezione.Hai fatto a tempo a morire ed a fossilizzarsi e sei rimasto immutato.
Io ho 15 anni e chissà quanto cambierò ancora. Forse anch'io rimarrò fossilizzata e forse qualcuno un giorno mi parlerà come io ora faccio con te, forse un Essere Superiore, chiedendosiche utilità ci sia a discutere con uno scheletro nerastro di un individuo che magari non ragionava neanche. Questo potrebbe pensare, capisci? Come io potrei pensare ora di te.
Tutto si rinnova, nulla si distrugge,ogni cosa si trasforma: la giostra della vita continua girare e ci si ritrova sempre gli stessi e diversi nei secoli e nei millenni. Perchè in realtà, Calimene, iltempo l'ha inventato l'uomo per sua praticità: per raccapezzarcisi in tutto questo andirivieni di esseri multiformi e sempre più evoluti.Ma in realtà tu sei ancora in mare o su di una spiaggia a muovere i tuoi piccoli peduncoli felice di essere vivo e sei stato appena travolto da un'ondata di sabbia che sta soffocando il tuo corpicino e sta apettando che qualcuno ti liberi dalla tua secolare prigione e ti trovi quidavanti a me e sei gettato nella spezzatura da mio figlio di 7 anni. (se in futuro avrò bimbi..!)
Capisci, Calimene?
Perchè Calimene e perchè Vale? Perchè noi uomini dobbiamo sempre dare un nome a tutto anche alle brioches e se non ci riusciamo siamo addirittura disposti a sborsare soldi in cambio di un nome azzeccato ? Ma un nome cos'è in fondo? I nomi non sono infiniti come i nostri caratteri e i nostri sentimenti; ci limitano. Anche i numeri, anche loro sono soltanto una ripetizione di unità accostate, non sono diversi fra loro. Allora forse anche noi due che ci guardiamo, forse siamo uguali e il nostro destino è lo stesso: di essere dimenticati o ricordati in eterno.
Tu, la tua parte di eterno l'hai avuta, certo, nono hai potuto mantenere la tua individualità: il tuo nome è quello di una classe animale! Eppure esisti, hai la tua dignità di singolo Trilobite, uguale eppure diverso dagli altri. Caro il mio esserino, mi guardi sbigottito eppure la tuavita deve avere un significato che sia pure quello di muovere i tuoi peduncoli, di soffocare sotto un'ondata di sabbia, di aspettare che ti liberino dalla dura pietra,di essere adesso qui, di essere gettato in pattumiera da mio figlio di 7 anni. E devo averlo anch'io sia pure perchè abbia giocato un giorno con il mio caro papà ed il mio orsetto preferito, che abbia mangiato un marron glassè sulle ginocchia della mia cara mamma,che sia adesso qui, che sia morta in un incidente,che sia inumata in una fredda fossa.
No, Calimene, se sei cosciente della tua dignità diessere vivente voluto da Dio, tutte le tue azioni hanno un senso e il tuo significato è quello di essere stato ieri, di essere oggi e di essere domani!

Alla prossima... Vale