domenica 1 maggio 2016

Eloqui a noi nascosti




stelle alpine
Bentrovati!

Quante volte mi sono immaginata durante le lunghe, indimenticabili ,splendide passeggiate per le Dolomiti con mio padre ,se ci fosse un qualche rapporto colloquiale o solo vegetativo tra le creature viventi e non viventi che avevamo la fortuna di avere ormai come amiche!  So solamente che mi mancano tanto! In questo piccolo racconto sbriglio la mia fantasia e l'affido a 2 singolari personaggi con cui voi tutti , spero almeno una volta ,avete avuto a che fare anche  solo di sfuggita  o nei discorsi di altri. Li induco ad interagire fra di loro: il risultato spero vi piaccia!


UN GIARDINO SPONTANEO    29 agosto 2015

In una radiosa mattina di mezz’estate a 2500 metri d’altezza su di una cresta sassosa ed erta del Col di Lana sulle splendide Dolomiti, un frammento di roccia vulcanica non si sa per quale sorte o destino ,si staccò dalla parete e rotolò fino a giungere accanto  ad una stella alpina e con voce roca l’apostrofò salutandola .  Lo scorbutico piccolo fiore subito scortesemente le rispose. “ Da dove vieni così in modo inopinato ed improvviso?Mi hai spaventato! Hai visto ? Mi hai scompigliato la corolla!”
La pietra con la sua voce fioca e profonda la informò di essersi staccata per caso dal dirupo soprastante per essere ruzzolata fin lì. Le disse anche con entusiasmo di essere felice di essere giunta in un microclima fiorito nonostante l’altitudine.
Il fiorellino ,minuto  ma vanaglorioso, le disse: “Fra i fiori alpestri la mia progenie era quasi scomparsa. Oggi invece grazie alle cure degli agricoltori ,sto ritornando a diffondermi sulle nostre care montagne . L’attenzione degli uomini nei miei confronti è dovuta anche agli estratti che sono utilizzati in cosmesi per le loro proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti! Perciò, oltre ad essere l’inflorescenza più ambita di queste alture, sono anche un “bio “ cosmetico! Vedi come  sono morbida e soffice nei miei petali carezzevoli e lanosi! Tu invece sei così sciatto ,rigido e glabro!” 
“ Sarò come tu dici ovvero annoso , decrepito e per nulla elegante ma ho un passato prestigioso.
Tu non ci crederai ma 200 milioni di anni fa ero contenuto in questo antico  vulcano, ora inattivo e mimetizzato dalle ricolte verzure, da cui provengo sottoforma di lava incandescente ed ho contribuito attivamente a formare il nostro amato  Altopiano! Oltretutto nei primi anni del 900 ho vissuto e sono stato testimone di battaglie cruente tra i bellicosi e incoscienti uomini. che si massacravano senza pietà.  Certi siti , prima sconosciuti, sono stati addirittura ribattezzati dai soldati e divennero simbolo di patimento ed orrore. Vedi? Sotto quella cengia a 300 metri dalla cima c’è un luogo che viene chiamato “Vallone del sangue “ o “Vallone della morte “! Solo nel primo anno di guerra si contarono almeno 8000 vittime di cui 6400 erano italiani . Li ricordo ancora con infinita tristezza e tenerezza mentre si legavano stracci attorno agli scarponi per evitare il minimo rumore in modo di sorprendere il nemico.  Ma , quale “nemico” se tutti prima o poi dovevano finire sia  da una parte che dall’altra sotto la lama della stessa Falce? La cosa che però mi fa più rabbia è che ora il turismo sfrutta la “Grande Guerra”che viene ricordata e commemorata in una sorta di reality-show organizzato in questi posti straordinari dove si svolsero le battaglie dolomitiche.
Per esempio sfilate rievocative con statue di materiale sintetico che rappresentano i militi della nostra cara Italia mentre si preparavano al conflitto… Sono state ricostruite ferrate attrezzate di fresco con i gradini di ferro al posto delle meschine scalette di legno che usavano gli Alpini…
Nell’oscurità dei cunicoli scavati ,là,davanti alla Tofana di Rozes vengono professionalmente rievocati in particolare i movimenti bellici…”Ma ora la roccia s’interruppe in quanto scorse tra i capolini gialli del fiorellino che lo stava seriamente e con curiosità ad ascoltare , una stilla trasparente.
Non era una goccia di rugiada ma una vera e propria lacrima.. La stella alpina si era resa conto della sua ignoranza e superficialità , e ,colta  nel vivo, scoppiò in un pianto dirotto. La roccia prese ancora la parola consolandola.  “Piccolo fiore , non ti sconfortare. Tra tutti , tranne forse il superbo giglio martagone ,sei tu il più ambito ricordo da portare con sé dopo le escursioni. ..
Anche gli amici Alpini ti amavano ed amano tuttora particolarmente . Mai,anche adesso,possono tralasciare di abbellire i loro copricapo con il tuo capolino.
E ..sono quasi del tutto sicuro che gli Austriaci ed i Ladini  di questi ameni luoghi , abbiano preso ispirazione dalla tua carnea e delicata corolla per realizzare un capo invernale quanto mai prezioso: il Loden !”
Con un bonario sorriso ed una simpatica risata la discussione terminò e con lei il breve ma profondo battibecco .
L’altezzosa stella  ,sempre boriosa , divenne improvvisamente semplice e  modesta ma soprattutto  riconoscente al suo nuovo amabile e saggio  amico per i ricordi ed i pensieri che per lei  aveva espresso in modo così cordiale .
Con lui trascorse lunghe giornate alpine,con il sole o con la pioggia ,con la neve  o con il vento, in un paesaggio meraviglioso , rasserenate dalla sua  buona compagnia.



Auguro umilmente a nome di noi uomini con sincero desiderio che giardini spontanei come questo nascano e si conservino davvero a lungo nel tempo .Infatti il problema dei ghiacciai sulle nostre Alpi sta diventando impressionante e quanto mai pericoloso a causa dell’ inadeguato uso che facciamo delle acque e dei tagli boschivi.         Con questa postilla  saluto i nostri due personaggi, nell’attesa di far loro al più presto visita per poter godere così della serenità, gioia per gli occhi e simpatia di cui la Natura sempre generosamente ci fa dono .


Alla prossima...Vale



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