domenica 28 giugno 2009

Socrate e Santippe




Ben trovati ! Ecco qui ,per iniziare, la mia poesia che vi avevo “quasi “promesso..




SOCRATE E SANTIPPE (1987)



Così fragile
È
Il tuo corpicino , Santippe
Quando ti aggrappi
Alle sbarrette del tuo piccolo carcere dorato
Con le tue unghie di corniola
All’estremità di zampette di radica.

Così agile
Sei
Socrate
Quando saltelli
Sui posatoi della gabbietta
E quando palpebre di ciniglia
Su sferette di giada russa
Si fissano a scorgere con assorta pensosità
Capo reclinato da un lato
Qualcosa che noi non sappiamo vedere.

Forse in ascolto della musica dell’ Infinito
Che infinitesamente noi percepiamo
Come dolce semitono
Anche sotto i silenzi più profondi.

Forse in ascolto di richiami atavici
Di progenitori estinti
Da altri pianeti,altre stelle lontane.

E quando al buio della sera
Vi stringete stretti stretti
Come ispidi sterpetti alati
Per aspettare la calma della notte,
quando il vostro suono imita quello del mio carillon,
il cuore mi si gemma di pace.

I due uccellini, tanto amati, assumono una consistenza nuova,surreale, quasi minerale..Si muovono in un’altra dimensione: tra l’animale ed il- non vivo-.Le bestie hanno un anima?Comunque esprimono una affettività molto pronunciata , soprattutto fra loro.L’amore è tra di essi una cosa più che naturale.., non si vergognano di darsi un bacio in pubblico, estraniandosi dal mondo che li circonda, essendone parte in questo modo allo stesso tempo più profondamente. La familiarità , negli usignoli , è accentuata e fedele.Tutta la vita insieme a condividere la prigionia(per quanto riguarda i nostri eroi) con rassegnazione mai rassegnata. A volte paiono riuscire a comunicare con altri mondi, con un Creatore a cui sembrano essere più vicini:innocenti e spirituali immensamente più di noi!L’amore che mi hanno dato il “ filosofo inventore della maieutica”Socrate e la sua consorte Santippe, tanto odiata, tanto amata, dal marito e da me,non potrà mai , credo, essere ricambiato appieno. La gioia che dà un essere vivente che condivide il percorso delle ore quotidiane con te, nel bene e nel male, è impagabile ! Perciò vi auguro di avere anche voi dei teneri compagni che vi risollevino dall’ uggiosità dei vostri giorni e vi diano vere emozioni! Se siete in ascolto, piccoli amici, nell’aldilà, magari nell’etere, ove passa il mio messaggio, mandatemi pure i vostri cip cip! (scherzo ovviamente!)
Cip,anzi Ciao! Alla prossima… Vale

mercoledì 24 giugno 2009

Socrate, l'usignolo

Ben trovati !
Questa immagine mi ricorda un uccellino (“usignolo del Giappone”) che mio papà mi ha regalato a Pasqua tanto tempo fa.! Visto che era solo nella gabbietta, ne abbiamo preso un altro,(femmina)in modo che avesse compagnia.
Inizialmente non andavano per nulla d’accordo e li separammo con una piccola grata.

Dopo qualche settimana di sguardi e tentativi di avvicinamento(con saltellii strambi)diventarono compagni inseparabili!

Li chiamammo Socrate e Santippe (per cui ho scritto anche una poesia). La cosa che mi è rimasta più in mente è che, quando ancora suonavo il pianoforte,(ora ormai definitivamente scassato), quando arrivavo ad una certa battuta del “Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach “particolarmente il preludio in do maggiore,cominciavano a cantare entrambi a perdifiato e non la smettevano se non terminavo di suonare io.!!
Perciò un giorno li registrai su una musicassetta(allora non c’erano ancora i cd) e feci loro ascoltare la registrazione! Effetto mirabolante!!! L’incisione provocava loro una voglia incredibile di gorgheggiare e trillare a più non posso! Ripetei questo esperimento molte volte con lo stesso risultato! Fantastico!
Probabilmente credevano che ci fossero altri uccellini che volessero occupare il loro territorio e quindi si esibivano per cacciarli via.

Altro episodio interessante a loro vincolato è la volta che misi una ciabatta di feltro blu sopra la gabbietta. La mattina dopo trovai nella gabbia un nido blu!
La femmina aveva strappato brani di quella calzatura e si era preparata a covare…
Non ebbero però piccoli perchè è molto raro che gli usignoli giapponesi nidifichino lontani dal proprio ambiente naturale. Almeno vi hanno tentato!!

Un particolare che ho ritrovato su questa foto è l’unghia malformata . Probabilmente , anzi, quasi sicuramente, questo uccellino è nato in un nido con tanti piccoli, ossia “affollato” come mi ha spiegato il negoziante. Non avendo tanto spazio , le unghie , invece di crescere distese si malformano. Ma non c’è pericolo che ciò renda fastidio all’uccellino…basta stare attenti alla “cesura “delle unghie che si fa una, volta ogni due mesi~.
Potrebbe sentire dolore.

Socrate visse 12 anni ma era proprio anziano ed un po’ rimbambito. Negli ultimi giorni invece che fare il bagnetto nell’acqua , si sfregava fortemente la pancina contro la metà d’arancia (per cibo ) che c’era nella gabbia. Chissà perché? E tremava tutto, sembrava avesse l’ alzaimer!
Li abbiamo sotterrati entrambi al “ Monte Stella”(montagnetta di S.Siro) dentro due piccole scatoline, avvolti in due fazzolettini bianchi di seta.

Quanti altri ricordi mi vengono alla mente..!

Che tenerezza vederli dormire appallottolati come palle da tennis! E che bello sorprenderli nell’intimità, mentre si spulciavano a vicenda
Erano loro che ci svegliavano la mattina con i loro gioiosi vocalizzi appena il sole si alzava.
Com’erano golosi del biscottino al miele che li ponevamo nella gabbia..!
Era papà che puliva la loro casetta con amore ed impegno per farli rimanere puliti.

Non credo di comprarmi un'altra coppia in quanto, quando sono morti, ho sofferto troppo!

Ma i bei ricordi rimangono!! Fortunatamente! Alla prossima ...Vale

mercoledì 17 giugno 2009

Primi passi

E’ difficile cominciare a comunicare con chi visiterà il mio blog.
Prima di tutto: ben trovati!
Inizierò , dato il mio amore per la natura, con una mia poesia che commenterò.
Le mie osservazioni su questi versi mi sembrano necessarie , ma non indispensabili per la comprensione , in quanto ognuno è libero di trovare, volendo, valenze personali.

Io desidero esprimere con la poesia seguente , i concetti che seguiteranno ad essa.

Primavera 1984

Quest’oggi nell’aria odorosa
Biancheggiano pollini estivi.
La bionda ginestra flessuosa
Profuma di molli sospiri.
Nel chiaro, alto vetro intarsiato
Rilucono pallidi i fusti
Che l’acqua ha già ristorato
E attendon che l’ape li gusti.

Sottile la malinconia
Che sal come linfa vitale
Già nutre la carnea corolla
Che si inturgidisce d’amore.

Che sia la tua pena o la mia,
codesto sentore, uguale
si arguisce , e come in un’olla
si dà rosso vin con sopore.

Si attende di esser recisi.
Soli, tra spighi, fiordalisi.

Si tratta certamente di un canto di lode alla Natura che si risveglia in primavera. La ginestra , in questo caso è stata mozzata dal suo cespuglio e non può certo ovviare al compito, (Leopardi), di trattenere le fragili zolle.
Con il loro profumo ,però , rispecchiano anche sentimenti umani amorevoli che al risveglio della nuova stagione , particolarmente si provano.
I fiori sono “ imprigionati” in un recipiente che lascia intravedere tuttavia,i propri steli come i vestiti trasparenti di certe adolescenti o donne che in primavera si spogliano un po’ di più.
Il refrigerio dell’acqua è senz’altro la cosa più piacevole che la Natura ,di questi tempi , con i primi caldi, ci offre.
I primi insettini ,amati o non, si fanno più operosi.
La prima parte della poesia, più bucolica, lascia il posto a quella più introspettiva.
Il sentimento mesto è a volte fonte di piacere , soprattutto se riguarda una persona che si ama particolarmente.
Ognuno soffrendo, offre come vino,nell’anfora antica della Vita, il proprio sangue con torpore e quasi assopimento. Anche questo è un dolce ma malinconico stato d’animo che spesso di prova collegato all’Amore.(Con la “A” maiuscola) Con la conclusione finale ho voluto ricordare in modo meno drammatico possibile il nostro destino comune di piccoli ma vivaci fiori che, in sé stessi, sarebbero infestanti, ma sono certo più rari e gradevoli a vedersi di certi “cereali” altezzosi, utili ma poco significativi.
Così, cari amici fiordalisi, dobbiamo, anche se orgogliosamente, adattarci e rassegnarci!

Spero che anche grazie a questa lunga chiosa, abbiate riconosciuto qualcosa di voi stessi , perchè credo che la poesia sia utile quando vi ci si riconosce almeno un po’.

Scusate la spocchia che non era voluta!
Avrete così compreso il mio più grande difetto: mi “gaso” troppo.
E’ più forte di me, ma in futuro prometto di trattenermi!


Grazie della paziente attenzione,
alla prossima…. Vale

mercoledì 10 giugno 2009

Benvenuti


Benvenuti nel mio blog.
Questo è il mio primo articolo o post
Ciao a tutti