mercoledì 17 giugno 2009

Primi passi

E’ difficile cominciare a comunicare con chi visiterà il mio blog.
Prima di tutto: ben trovati!
Inizierò , dato il mio amore per la natura, con una mia poesia che commenterò.
Le mie osservazioni su questi versi mi sembrano necessarie , ma non indispensabili per la comprensione , in quanto ognuno è libero di trovare, volendo, valenze personali.

Io desidero esprimere con la poesia seguente , i concetti che seguiteranno ad essa.

Primavera 1984

Quest’oggi nell’aria odorosa
Biancheggiano pollini estivi.
La bionda ginestra flessuosa
Profuma di molli sospiri.
Nel chiaro, alto vetro intarsiato
Rilucono pallidi i fusti
Che l’acqua ha già ristorato
E attendon che l’ape li gusti.

Sottile la malinconia
Che sal come linfa vitale
Già nutre la carnea corolla
Che si inturgidisce d’amore.

Che sia la tua pena o la mia,
codesto sentore, uguale
si arguisce , e come in un’olla
si dà rosso vin con sopore.

Si attende di esser recisi.
Soli, tra spighi, fiordalisi.

Si tratta certamente di un canto di lode alla Natura che si risveglia in primavera. La ginestra , in questo caso è stata mozzata dal suo cespuglio e non può certo ovviare al compito, (Leopardi), di trattenere le fragili zolle.
Con il loro profumo ,però , rispecchiano anche sentimenti umani amorevoli che al risveglio della nuova stagione , particolarmente si provano.
I fiori sono “ imprigionati” in un recipiente che lascia intravedere tuttavia,i propri steli come i vestiti trasparenti di certe adolescenti o donne che in primavera si spogliano un po’ di più.
Il refrigerio dell’acqua è senz’altro la cosa più piacevole che la Natura ,di questi tempi , con i primi caldi, ci offre.
I primi insettini ,amati o non, si fanno più operosi.
La prima parte della poesia, più bucolica, lascia il posto a quella più introspettiva.
Il sentimento mesto è a volte fonte di piacere , soprattutto se riguarda una persona che si ama particolarmente.
Ognuno soffrendo, offre come vino,nell’anfora antica della Vita, il proprio sangue con torpore e quasi assopimento. Anche questo è un dolce ma malinconico stato d’animo che spesso di prova collegato all’Amore.(Con la “A” maiuscola) Con la conclusione finale ho voluto ricordare in modo meno drammatico possibile il nostro destino comune di piccoli ma vivaci fiori che, in sé stessi, sarebbero infestanti, ma sono certo più rari e gradevoli a vedersi di certi “cereali” altezzosi, utili ma poco significativi.
Così, cari amici fiordalisi, dobbiamo, anche se orgogliosamente, adattarci e rassegnarci!

Spero che anche grazie a questa lunga chiosa, abbiate riconosciuto qualcosa di voi stessi , perchè credo che la poesia sia utile quando vi ci si riconosce almeno un po’.

Scusate la spocchia che non era voluta!
Avrete così compreso il mio più grande difetto: mi “gaso” troppo.
E’ più forte di me, ma in futuro prometto di trattenermi!


Grazie della paziente attenzione,
alla prossima…. Vale

Nessun commento:

Posta un commento