Ben trovati!
Porgendovi i miei sinceri auguri di Buon Natale e Felici Feste vi offro una "novella" che ho scritto tempo fa dopo una vacanza in montagna. Spero che l' apprezziate.
I due fardelli
(22.7.2004)
Otto era un bambino che viveva ,felice ,sulle montagne del'Alto Adige. Aveva dei genitori che gli volevano molto bene e che, per questo gli avevano nascosto una brutta verità: il bimbo era gobbo dalla nascita da entrambe le scapole. "Come avevano fatto a nascondergli l'evidente realtà?"vi chiederete..Semplice:con la fantasia! Infatti a Otto erano sempre piaciute le fiabe e soprattutto una che la mamma ed il papà inventarono sul suo conto facendo credere al bambino che fosse realtà fino a quando poi...chissà quando..,avrebbero avuto il coraggio di spiegargli il vero. Si chiamava "la storia dei due fardelli" secondo la quale ad ogni persona appena nata Dio dava due fardelli sulla schiena più o meno grossi. Chi ne aveva più grossi voleva dire che sarebbe vissuto di più per consumarli tutti lentamente durante la vita. Perciò a Otto era stata data in consegna una esistenza molto lun ga da vivere e doveva esserne contento!
La fanciullezza di Otto si andava consumando felicemente nella sua baita lontano da tutti,solo con i suoi genitori. Un giorno però volle scendere a valle e nel fitto del bosco incontrò una strega che lo prese di mira perchè aveva bosogno di un aiutante. Lo ghermì e con le sue arti magiche trasformò le sue gobbe in "folletto destro" e "folletto sinistro":i suoi accoliti, che seguivano le sue malefatte , avrebbero vissuto come parassiti d'ora in poi sulla schiena di Otto costringendolo a fare tutti i lavori più pesanti in casa: spazzare, lavare i vetri, spaccare la legna, pulire il camino etc..
Ma il bambino una notte ,visto che comunque le gambe erano sue, aspettò che i due folletti si addormentassero e piano, piano sgusciò dall'antro della strega e si ritrovò , dopo essersi arrampicato per lungo tempo fra i ghiacciai, sull'Adamello.
Il folleto sinistro al freddo si svegliò s cominciò a martoriare il povero Otto con urla e fischi , mentre il folletto destro (destatosi anch'esso) si scuoteva quasi a staccarsi dalla shiena del poveraccio. Il dolore e la confusione nella mente del malcapitato fece sì che esso quasi cadesse da una cengia. Allora il bimbo promise solennemente al Signore "Se mi salvi da questa disgrazia e torno sano e salvo dai miei genitori non mangerò mai più formaggio!" E questa era una promessa quasi impossibile da mantenere perchè in rifugio praticamente si mangia solo quell'alimento. Allora Dio , impietosito dalle
difficoltà di questo coraggioso ragazzino,fece un miracolo! Trasformò le due gobbe ora animate dalla strega, in due formaggi caciocavalli tenuti assieme sulla shiena di Otto da una corda attorno al collo. Egli si accorse di non avere più gobbe, così i genitori gli spiegarono la realtà rallegrando ulteriormente il bimbo della sua sorte felice. Passò il tempo e Otto divenne un bell'uomo , si sposò ed ebbe due figli ed ogni tanto per scherzare li chiamava "folletto sinistro" e "folletto destro" oppure , quando voleva attirare l'attenzione di entrambi: "i miei due fardelli".
Fine
Dedico questa breve favola a tutte le persone ed in particolare i bambini che sono in difficoltà e durante le festività soffrono ancora di più!
Vi auguro che la speranza nella guarigione o l'attesa di una risoluzione di un problema saranno al più presto raggiunte!
Alla prossima..vale
domenica 20 dicembre 2009
domenica 22 novembre 2009
Finalmente , vacanze!
Ben trovati!
Sono tornata da poco dalle meritate vacanze! Ho dovuto attendere tutta l'estate prima di poter partire con i miei 3 compagni di viaggio per Sharm El Sheikh.
Ho finalmente potuto immergermi nelle cristalline acque del Mar Rosso con una spiaggia rosata dai coralli frammentati in sabbiolina a volte pericolosa perchè tagliente. Mi sono però subito abituata anon usare le scarpette ritenute invece indispensabili dalla maggior parte.
Nella mia accogliente camera del Villaggio Coral Sea , che vi consiglio, c'erano tutti i confort: un bellissimo giardinetto (foto) , un mini bar,il condizionatore, un modernissimo e luccicante bagno etc..
Ho collezionatole splendide immagini di una natura ,se non selvaggia ,certamente lussureggiante!
Ho conosciuto personaggi particolari , operatori che erano sempre a nostra disposizione. Ogni mattina in cambio di una "scheda", ci fornivano dei teli di spugna freschi di bucato!
Dal nostro ombrellone si vedeva il monte Sinai , presenza rincuorante e sempre più rosa mano mano che passavano le ore.
Buganvillee e tortore in abbondanza sostituivano le nostre margherite e piccioni metropolitani.
L'atmosfera serena mi ha ritemprato. Soprattutto per quanto riguarda l'acqua fornitaci sotto forma di bottigliette sigillatissime, copiosa ed assolutamente innocua.
Seguendo il consiglio di "qualcuno" qui sul web, all' inizio ho chiesto l'acquafina (un' acqua che dovrebbe essere sanissima) non sapendo che mi avrebbero risposto con una fragorosa risata. La "Baraka", che mi ha dissetato per tutta la permanenza a Sharm, è ottima e assolutamente non pericolosa: lo dico io che soffro spesso di problemi di digestione!
Il cibo è di ottima qualità. Ti preparano in 5 minuti una deliziosa pizza anche se di dimensioni un po' ridotte,e una buona pastasciutta un po' al dente.
Per il mio compleanno il Villaggio , con mia grande sorpresa, mi ha donato una buonissima e freschissima torta alla panna , cioccolato e fichi.
La possibilità di escursioni sono multiformi.
Bellissima la moschea, le chiese copte, Sharm vecchia.
E' stato interessante poter vedere da una barca dal fondo trasparente, madrepore, coralli ma purtroppo poche (ma belle!) creature marine.
Anche la visita al Parco nazionale Ras Mohamed è stata molto piacevole e divertente.
In mezzo al deserto abbiamo avuto l'inattesa avventura di vedere le mangrovie e di fare un'immersione , noleggiando naturalmente l'equipaggiamento, per vedere altri bei pesci e fondali, riposandoci poi sotto una caratteristica tenda beduina.
Ogni mercoledì al villaggio organizzano una festicciola con canti, balli e mago finale.
C'è la possibilità di comprare ,in vari negozi molto ben forniti , articoli pittoreschi e del luogo.
Non insistono troppo nelle trattative!
Vi lascio con un ridottissimo filmato molto caratteristico (anche per la musica).
Alla prossima...vale
Il mercoledì del Villaggio
domenica 16 agosto 2009
Abbiamo sete!
Ben trovati!
Poco tempo fa si è tenuto il quinto forum mondiale ad Instambul ed il diritto all'acqua non è stato ancora riconosciuto! Se oggi 900 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile, prima del 2030 il numero potrebbe quadruplicarsi! E' veramente scandaloso!! Venendo a sapere di questa ingiusta iniquità, una vera e grave angheria rivolta a tutto il Pianeta, mi son ricordata di aver scritto almeno due poesie dedicate proprio all'indispensabile liquido!Vi propino la prima..
Insolubili (14.9.2006 )
Lacrime di cirro questa sera…
Spero almeno la pena sia sincera
Anche se non mi liquefaccio
Nel suo liquido un po’ mi dispaccio
Certo, è meglio una giornata
In cui l’occhio del cielo
Su di noi dia un’occhiata
E di tristezza cada il velo!
Lacrime di cirro cadono sulle case
Sui marciapiedi formicolanti
Di tante persone invase
Da pensieri, cattivi, mediocri o santi,
tanta gente, comunque che,
è insolubile all’acqua come me!
Chissà perchèil pensiero e la vista dell'acqua mi hanno sempre rallegrato.Forse in quanto cadendo aiuta la terra a fecondarsi e dar frutto.Ed il suo profumo? Non è forse splendido ed indimenticabile?
Ma quando la si vede nella sua più eclatante manifestazione:il mare,non si può proprio far altro che ammirarla e goderne!
Il 31.7.2008 a Pinarella di Cervia in vacanza ho composto la seguente..
Al maroso
Caro , amatissimo, prezioso mare,
proprio non ti manca la proprietà di comunicare!
Questa mattina, nel momento in cui mi accingevo a uscire dai tuoi flutti,
ho capito ciò che credo come me intuiscano tutti…
Mentre sentivo le tue” paccatine” amorevoli sul deretano,
delle onde che arrivano, prima piano, piano,
poi più insistenti,
ti ho inteso parlare alle genti
che fanno il bagno nelle tue trasparenti membra…
ti dico cosa aver percepito mi sembra.
Tu mi hai voluto aprire gli occhi
E con i tuoi affettuosissimi e teneri tocchi
mi hai insegnato ancora una volta
che occorre a noi umani compiere una svolta:
più ottimismo,
meno ostilità,
più vigore nella verità,testimoniare l’amore
che la Natura sempre infonder vuole!
Ecco ciò che serve a tutti noi!
Ecco cosa dirci vuoi!
Qust'anno purtroppo, dopo tanti trascorsi fuori, sono in città per tutto agosto ..partirò in Ottobre.
Non so però se scriverò un altro post questo mese.
Comunque auguro a tutti i vacanzieri tranquille ferie e una serena permanenza in città per chi è meno fortunato!
Speriamo davvero e con tutto il cuore che la faccenda dell'acqua si risolva al più presto e per tutti!!
Alla prossima... Vale
Sembra facile!!
Poco tempo fa si è tenuto il quinto forum mondiale ad Instambul ed il diritto all'acqua non è stato ancora riconosciuto! Se oggi 900 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile, prima del 2030 il numero potrebbe quadruplicarsi! E' veramente scandaloso!! Venendo a sapere di questa ingiusta iniquità, una vera e grave angheria rivolta a tutto il Pianeta, mi son ricordata di aver scritto almeno due poesie dedicate proprio all'indispensabile liquido!Vi propino la prima..
Insolubili (14.9.2006 )
Lacrime di cirro questa sera…
Spero almeno la pena sia sincera
Anche se non mi liquefaccio
Nel suo liquido un po’ mi dispaccio
Certo, è meglio una giornata
In cui l’occhio del cielo
Su di noi dia un’occhiata
E di tristezza cada il velo!
Lacrime di cirro cadono sulle case
Sui marciapiedi formicolanti
Di tante persone invase
Da pensieri, cattivi, mediocri o santi,
tanta gente, comunque che,
è insolubile all’acqua come me!
Chissà perchèil pensiero e la vista dell'acqua mi hanno sempre rallegrato.Forse in quanto cadendo aiuta la terra a fecondarsi e dar frutto.Ed il suo profumo? Non è forse splendido ed indimenticabile?
Ma quando la si vede nella sua più eclatante manifestazione:il mare,non si può proprio far altro che ammirarla e goderne!
Il 31.7.2008 a Pinarella di Cervia in vacanza ho composto la seguente..
Al maroso
Caro , amatissimo, prezioso mare,
proprio non ti manca la proprietà di comunicare!
Questa mattina, nel momento in cui mi accingevo a uscire dai tuoi flutti,
ho capito ciò che credo come me intuiscano tutti…
Mentre sentivo le tue” paccatine” amorevoli sul deretano,
delle onde che arrivano, prima piano, piano,
poi più insistenti,
ti ho inteso parlare alle genti
che fanno il bagno nelle tue trasparenti membra…
ti dico cosa aver percepito mi sembra.
Tu mi hai voluto aprire gli occhi
E con i tuoi affettuosissimi e teneri tocchi
mi hai insegnato ancora una volta
che occorre a noi umani compiere una svolta:
più ottimismo,
meno ostilità,
più vigore nella verità,testimoniare l’amore
che la Natura sempre infonder vuole!
Ecco ciò che serve a tutti noi!
Ecco cosa dirci vuoi!
Qust'anno purtroppo, dopo tanti trascorsi fuori, sono in città per tutto agosto ..partirò in Ottobre.
Non so però se scriverò un altro post questo mese.
Comunque auguro a tutti i vacanzieri tranquille ferie e una serena permanenza in città per chi è meno fortunato!
Speriamo davvero e con tutto il cuore che la faccenda dell'acqua si risolva al più presto e per tutti!!
Alla prossima... Vale
Sembra facile!!
domenica 26 luglio 2009
Miracoli usuali
Ben trovati...!
Al di là della nostra conoscenza
Avete in mente quelle tonde bolle trasparenti
Alla prossima.. vale
Per me gli anni 80 sono stati molto fecondi:questa canzone ,di cui ho composto anche la musica, fa parte dei miei numerosi lavori di quel tempo.In quei frangenti mi applicavo con interesse alla filosofia al Liceo ,ma degli studi di allora è rimasto solo quello che mi riguardava più da vicino.Cioè poco o niente!
Al di là della nostra conoscenza
Sapete quelle strane bottigliette colorate
con dentro tanta strana sabbiolina colorata?
Immagino vi sia venuto in mente di pensare
a quale strana regola risponda ogni granello
che sembra fatto apposta lì com’è al suo posto giusto
che se apri e scuoti si rimesta dentro tutto quanto..
E’ quasi un fatto mistico che possano formare
quei piccoli frammenti un paesaggio da guardare!
E se per gioco io volessi confrontare
quei grani piccioli al viver nostro umano
senz’ altro mi verrebbe anche da pensare
che quel miracolo si debba ad una mano
senza corpo o carne ma di un’essenza
che va al di là della nostra conoscenza!
Avete in mente quelle tonde bolle trasparenti
che salgono da terra assai più lievi della gioia
che vi prendeva quando, sotto un cielo ormai pesante,
le vedevate uscire dalla flebile cannuccia
girare con spirali e volute per la stanza ..?
Ce n’eran anche di grosse che salivano più stanche
ma tutte , grandi o piccole dovevano scoppiare
sul lucido piancito come un pianto senza sale!
E se per gioco io volessi confrontare
quelle leggere bolle al viver nostro umano
senz’altro mi verrebbe anche da pensare
che come bolle sulla terra siamo in mano
ad un destino cieco o ad un’Essenza
che va al di là della nostra conoscenza!
Questa canzone esprime la mancanza di sicurezze nella vita simboleggiata dalle sabbioline colorate.
L'esistenza sembra ordinata e precisa ma quando vi metti mano ti accorgi di come sia fragile e delicata!
Basta una scossa e tutto si rimescola senza possibilità di rimedio!
Le bolle raffigurano anch'esse la caducità del vivere di cui ci accorgiamo sin da piccoli.
Ma ovviamente, malgrado la presenza della morte, l'assetto regolare e la bellezza del Creato nasconde il suo significato di Eternità che si trova (appunto)al di là della nostra conoscenza!
L'esistenza sembra ordinata e precisa ma quando vi metti mano ti accorgi di come sia fragile e delicata!
Basta una scossa e tutto si rimescola senza possibilità di rimedio!
Le bolle raffigurano anch'esse la caducità del vivere di cui ci accorgiamo sin da piccoli.
Ma ovviamente, malgrado la presenza della morte, l'assetto regolare e la bellezza del Creato nasconde il suo significato di Eternità che si trova (appunto)al di là della nostra conoscenza!
Alla prossima.. vale
domenica 12 luglio 2009
Paesaggio Urbano
Ben trovati!
Giorni fa, guardando alla tv tutte le sventure dei poveri Abruzzesi, mi è tornata in mente una mia poesia che scrissi in un periodo di sperimentazioni linguistiche . Al tempo avevo appena visto una mostra su SIRONI che mi aveva particolarmente ispirato.Con la sua rigidità mi infondeva tristezza e quasi timore , quasi come le immagini di squallore e distruzione che ci arrivano oggi dal telegiornale. Uno scorcio di città intirizzito, anchilosato, paralizzato che rispecchiava la paura di quei tempi (seconda guerra mondiale) e la mancanza di speranza in un mondo migliore. La rassegnazione ad un mondo coriaceo, crudele, inflessibile.Tutto ciò riassunto in un piccolo quadro del '42 di Mario Sironi Interpretando a modo mio la poesia dell'epoca, (soprattuto l'amato Ungaretti) scrissi questi versi che poi vi commenterò.
PAESAGGIO URBANO (1985)
Esco di casa,
la Grigna grida
con le sue somme vette imbiancate
dietro gli stabili sfacciati e stolidi
nel loro esausto grigiore putrido
Le fronde mobili e impolverate
viste dall'alto sembrano libere.
Invece in basso sono confitti
disperati tronchi intorpiditi.
E quella terra calpestata
ormai a cemento condannata
raccoglie i passeri che la punzecchiano
coi loro becchi ormai delusi.
Beati loro che nel volo
trovano consolazione
ma non si azzardano a ricalcare
le rotte degli Pterodactyli.
Ho usato l'onomatopea molto diffusa in quei tempi di futurismo. Le montagne sono state descritte in modo antropomorfo come i palazzi avviliti, demoralizzati ed ormai putrefatti. Per le cime già dette ho usato il vocabolo "imbiancate" invece di "innevate" come se fossero state affrescate dall'uomo e non quindi naturali. La disperazione degli alberi rende quasi quella sensazione che si prova se ci si sveglia male con la mente e le membra torpide ed intirizzite.Il terreno, anch'esso offeso sembra un poco rabbonito nel suo generoso atto di accogliere i piccoli volatili frustrati.Manca loro il coraggio come a dei figli che non osano seguire le orme di genitori troppo "importanti" od influenti che da tempo se ne sono andati ma sono ancora ricordati per la loro possanza in vita.Sono stati però fortunati ad aver ereditato una virtù, particolarmente gradita e gratificante: il volo!
I notri avi come gli Pterodactyli ci hanno lasciato la fantasia, la forza di alzarsi in volo con la mente, la speranza di migliorare la specie.
Per cui in ciò non rassegnamoci,la fiducia in un desiderio che ci hanno promesso , secondo me ,non ci lascerà ,mai.
Il sogno non è un miraggio ma una probabilità positiva che mai ci abbandona!!Di questo son convinta!
Scusate la concione!
Alla prossima.... Vale
sabato 4 luglio 2009
Il trilobite
Ben venuti! Scartabellando tra i miei scritti, ho trovato un racconto che ancora mi piace: velo propongo.
Calimene Tistani (1985)
Bel nome:"Calimene Tristani"..! Sembra un nome di un'opera o... di un racconto. Chi se lo sarebbe immaginato, eh? Che appartenesse a te.
A quest'affarino, bruttino direi, e nero, fossilizzato.Eri lì in quel negozio di fossili infatti, ti ho notatosubito, sai? Non perchè fossi particolarmente bello o grosso...
Tipi come te possono arrivare anche a 70 centimetri, tu ne misuri solo 5.5, ma così...perchè eri tu...
Eri un trilobite che ha vissuto la sua vita 400/320 milioni di anni fa e che apparentemente non aveva alcun legame con me. Io sono una femmina di homo sapiens sapiens e da molto tempo sono qua sulla terra ma non da cosìtanto come te e mi sento un po' in soggezione.Hai fatto a tempo a morire ed a fossilizzarsi e sei rimasto immutato.
Io ho 15 anni e chissà quanto cambierò ancora. Forse anch'io rimarrò fossilizzata e forse qualcuno un giorno mi parlerà come io ora faccio con te, forse un Essere Superiore, chiedendosiche utilità ci sia a discutere con uno scheletro nerastro di un individuo che magari non ragionava neanche. Questo potrebbe pensare, capisci? Come io potrei pensare ora di te.
Tutto si rinnova, nulla si distrugge,ogni cosa si trasforma: la giostra della vita continua girare e ci si ritrova sempre gli stessi e diversi nei secoli e nei millenni. Perchè in realtà, Calimene, iltempo l'ha inventato l'uomo per sua praticità: per raccapezzarcisi in tutto questo andirivieni di esseri multiformi e sempre più evoluti.Ma in realtà tu sei ancora in mare o su di una spiaggia a muovere i tuoi piccoli peduncoli felice di essere vivo e sei stato appena travolto da un'ondata di sabbia che sta soffocando il tuo corpicino e sta apettando che qualcuno ti liberi dalla tua secolare prigione e ti trovi quidavanti a me e sei gettato nella spezzatura da mio figlio di 7 anni. (se in futuro avrò bimbi..!)
Capisci, Calimene?
Perchè Calimene e perchè Vale? Perchè noi uomini dobbiamo sempre dare un nome a tutto anche alle brioches e se non ci riusciamo siamo addirittura disposti a sborsare soldi in cambio di un nome azzeccato ? Ma un nome cos'è in fondo? I nomi non sono infiniti come i nostri caratteri e i nostri sentimenti; ci limitano. Anche i numeri, anche loro sono soltanto una ripetizione di unità accostate, non sono diversi fra loro. Allora forse anche noi due che ci guardiamo, forse siamo uguali e il nostro destino è lo stesso: di essere dimenticati o ricordati in eterno.
Tu, la tua parte di eterno l'hai avuta, certo, nono hai potuto mantenere la tua individualità: il tuo nome è quello di una classe animale! Eppure esisti, hai la tua dignità di singolo Trilobite, uguale eppure diverso dagli altri. Caro il mio esserino, mi guardi sbigottito eppure la tuavita deve avere un significato che sia pure quello di muovere i tuoi peduncoli, di soffocare sotto un'ondata di sabbia, di aspettare che ti liberino dalla dura pietra,di essere adesso qui, di essere gettato in pattumiera da mio figlio di 7 anni. E devo averlo anch'io sia pure perchè abbia giocato un giorno con il mio caro papà ed il mio orsetto preferito, che abbia mangiato un marron glassè sulle ginocchia della mia cara mamma,che sia adesso qui, che sia morta in un incidente,che sia inumata in una fredda fossa.
No, Calimene, se sei cosciente della tua dignità diessere vivente voluto da Dio, tutte le tue azioni hanno un senso e il tuo significato è quello di essere stato ieri, di essere oggi e di essere domani!
Alla prossima... Vale
Calimene Tistani (1985)
Bel nome:"Calimene Tristani"..! Sembra un nome di un'opera o... di un racconto. Chi se lo sarebbe immaginato, eh? Che appartenesse a te.
A quest'affarino, bruttino direi, e nero, fossilizzato.Eri lì in quel negozio di fossili infatti, ti ho notatosubito, sai? Non perchè fossi particolarmente bello o grosso...
Tipi come te possono arrivare anche a 70 centimetri, tu ne misuri solo 5.5, ma così...perchè eri tu...
Eri un trilobite che ha vissuto la sua vita 400/320 milioni di anni fa e che apparentemente non aveva alcun legame con me. Io sono una femmina di homo sapiens sapiens e da molto tempo sono qua sulla terra ma non da cosìtanto come te e mi sento un po' in soggezione.Hai fatto a tempo a morire ed a fossilizzarsi e sei rimasto immutato.
Io ho 15 anni e chissà quanto cambierò ancora. Forse anch'io rimarrò fossilizzata e forse qualcuno un giorno mi parlerà come io ora faccio con te, forse un Essere Superiore, chiedendosiche utilità ci sia a discutere con uno scheletro nerastro di un individuo che magari non ragionava neanche. Questo potrebbe pensare, capisci? Come io potrei pensare ora di te.
Tutto si rinnova, nulla si distrugge,ogni cosa si trasforma: la giostra della vita continua girare e ci si ritrova sempre gli stessi e diversi nei secoli e nei millenni. Perchè in realtà, Calimene, iltempo l'ha inventato l'uomo per sua praticità: per raccapezzarcisi in tutto questo andirivieni di esseri multiformi e sempre più evoluti.Ma in realtà tu sei ancora in mare o su di una spiaggia a muovere i tuoi piccoli peduncoli felice di essere vivo e sei stato appena travolto da un'ondata di sabbia che sta soffocando il tuo corpicino e sta apettando che qualcuno ti liberi dalla tua secolare prigione e ti trovi quidavanti a me e sei gettato nella spezzatura da mio figlio di 7 anni. (se in futuro avrò bimbi..!)
Capisci, Calimene?
Perchè Calimene e perchè Vale? Perchè noi uomini dobbiamo sempre dare un nome a tutto anche alle brioches e se non ci riusciamo siamo addirittura disposti a sborsare soldi in cambio di un nome azzeccato ? Ma un nome cos'è in fondo? I nomi non sono infiniti come i nostri caratteri e i nostri sentimenti; ci limitano. Anche i numeri, anche loro sono soltanto una ripetizione di unità accostate, non sono diversi fra loro. Allora forse anche noi due che ci guardiamo, forse siamo uguali e il nostro destino è lo stesso: di essere dimenticati o ricordati in eterno.
Tu, la tua parte di eterno l'hai avuta, certo, nono hai potuto mantenere la tua individualità: il tuo nome è quello di una classe animale! Eppure esisti, hai la tua dignità di singolo Trilobite, uguale eppure diverso dagli altri. Caro il mio esserino, mi guardi sbigottito eppure la tuavita deve avere un significato che sia pure quello di muovere i tuoi peduncoli, di soffocare sotto un'ondata di sabbia, di aspettare che ti liberino dalla dura pietra,di essere adesso qui, di essere gettato in pattumiera da mio figlio di 7 anni. E devo averlo anch'io sia pure perchè abbia giocato un giorno con il mio caro papà ed il mio orsetto preferito, che abbia mangiato un marron glassè sulle ginocchia della mia cara mamma,che sia adesso qui, che sia morta in un incidente,che sia inumata in una fredda fossa.
No, Calimene, se sei cosciente della tua dignità diessere vivente voluto da Dio, tutte le tue azioni hanno un senso e il tuo significato è quello di essere stato ieri, di essere oggi e di essere domani!
Alla prossima... Vale
domenica 28 giugno 2009
Socrate e Santippe
Ben trovati ! Ecco qui ,per iniziare, la mia poesia che vi avevo “quasi “promesso..
SOCRATE E SANTIPPE (1987)
Così fragile
È
Il tuo corpicino , Santippe
Quando ti aggrappi
Alle sbarrette del tuo piccolo carcere dorato
Con le tue unghie di corniola
All’estremità di zampette di radica.
Così agile
Sei
Socrate
Quando saltelli
Sui posatoi della gabbietta
E quando palpebre di ciniglia
Su sferette di giada russa
Si fissano a scorgere con assorta pensosità
Capo reclinato da un lato
Qualcosa che noi non sappiamo vedere.
Forse in ascolto della musica dell’ Infinito
Che infinitesamente noi percepiamo
Come dolce semitono
Anche sotto i silenzi più profondi.
Forse in ascolto di richiami atavici
Di progenitori estinti
Da altri pianeti,altre stelle lontane.
E quando al buio della sera
Vi stringete stretti stretti
Come ispidi sterpetti alati
Per aspettare la calma della notte,
quando il vostro suono imita quello del mio carillon,
il cuore mi si gemma di pace.
I due uccellini, tanto amati, assumono una consistenza nuova,surreale, quasi minerale..Si muovono in un’altra dimensione: tra l’animale ed il- non vivo-.Le bestie hanno un anima?Comunque esprimono una affettività molto pronunciata , soprattutto fra loro.L’amore è tra di essi una cosa più che naturale.., non si vergognano di darsi un bacio in pubblico, estraniandosi dal mondo che li circonda, essendone parte in questo modo allo stesso tempo più profondamente. La familiarità , negli usignoli , è accentuata e fedele.Tutta la vita insieme a condividere la prigionia(per quanto riguarda i nostri eroi) con rassegnazione mai rassegnata. A volte paiono riuscire a comunicare con altri mondi, con un Creatore a cui sembrano essere più vicini:innocenti e spirituali immensamente più di noi!L’amore che mi hanno dato il “ filosofo inventore della maieutica”Socrate e la sua consorte Santippe, tanto odiata, tanto amata, dal marito e da me,non potrà mai , credo, essere ricambiato appieno. La gioia che dà un essere vivente che condivide il percorso delle ore quotidiane con te, nel bene e nel male, è impagabile ! Perciò vi auguro di avere anche voi dei teneri compagni che vi risollevino dall’ uggiosità dei vostri giorni e vi diano vere emozioni! Se siete in ascolto, piccoli amici, nell’aldilà, magari nell’etere, ove passa il mio messaggio, mandatemi pure i vostri cip cip! (scherzo ovviamente!)
Cip,anzi Ciao! Alla prossima… Vale
Cip,anzi Ciao! Alla prossima… Vale
mercoledì 24 giugno 2009
Socrate, l'usignolo
Ben trovati !
Questa immagine mi ricorda un uccellino (“usignolo del Giappone”) che mio papà mi ha regalato a Pasqua tanto tempo fa.! Visto che era solo nella gabbietta, ne abbiamo preso un altro,(femmina)in modo che avesse compagnia.
Inizialmente non andavano per nulla d’accordo e li separammo con una piccola grata.
Dopo qualche settimana di sguardi e tentativi di avvicinamento(con saltellii strambi)diventarono compagni inseparabili!
Li chiamammo Socrate e Santippe (per cui ho scritto anche una poesia). La cosa che mi è rimasta più in mente è che, quando ancora suonavo il pianoforte,(ora ormai definitivamente scassato), quando arrivavo ad una certa battuta del “Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach “particolarmente il preludio in do maggiore,cominciavano a cantare entrambi a perdifiato e non la smettevano se non terminavo di suonare io.!!
Perciò un giorno li registrai su una musicassetta(allora non c’erano ancora i cd) e feci loro ascoltare la registrazione! Effetto mirabolante!!! L’incisione provocava loro una voglia incredibile di gorgheggiare e trillare a più non posso! Ripetei questo esperimento molte volte con lo stesso risultato! Fantastico!
Probabilmente credevano che ci fossero altri uccellini che volessero occupare il loro territorio e quindi si esibivano per cacciarli via.
Altro episodio interessante a loro vincolato è la volta che misi una ciabatta di feltro blu sopra la gabbietta. La mattina dopo trovai nella gabbia un nido blu!
La femmina aveva strappato brani di quella calzatura e si era preparata a covare…
Non ebbero però piccoli perchè è molto raro che gli usignoli giapponesi nidifichino lontani dal proprio ambiente naturale. Almeno vi hanno tentato!!
Un particolare che ho ritrovato su questa foto è l’unghia malformata . Probabilmente , anzi, quasi sicuramente, questo uccellino è nato in un nido con tanti piccoli, ossia “affollato” come mi ha spiegato il negoziante. Non avendo tanto spazio , le unghie , invece di crescere distese si malformano. Ma non c’è pericolo che ciò renda fastidio all’uccellino…basta stare attenti alla “cesura “delle unghie che si fa una, volta ogni due mesi~.
Potrebbe sentire dolore.
Socrate visse 12 anni ma era proprio anziano ed un po’ rimbambito. Negli ultimi giorni invece che fare il bagnetto nell’acqua , si sfregava fortemente la pancina contro la metà d’arancia (per cibo ) che c’era nella gabbia. Chissà perché? E tremava tutto, sembrava avesse l’ alzaimer!
Li abbiamo sotterrati entrambi al “ Monte Stella”(montagnetta di S.Siro) dentro due piccole scatoline, avvolti in due fazzolettini bianchi di seta.
Quanti altri ricordi mi vengono alla mente..!
Che tenerezza vederli dormire appallottolati come palle da tennis! E che bello sorprenderli nell’intimità, mentre si spulciavano a vicenda
Erano loro che ci svegliavano la mattina con i loro gioiosi vocalizzi appena il sole si alzava.
Com’erano golosi del biscottino al miele che li ponevamo nella gabbia..!
Era papà che puliva la loro casetta con amore ed impegno per farli rimanere puliti.
Non credo di comprarmi un'altra coppia in quanto, quando sono morti, ho sofferto troppo!
Ma i bei ricordi rimangono!! Fortunatamente! Alla prossima ...Vale
Questa immagine mi ricorda un uccellino (“usignolo del Giappone”) che mio papà mi ha regalato a Pasqua tanto tempo fa.! Visto che era solo nella gabbietta, ne abbiamo preso un altro,(femmina)in modo che avesse compagnia.
Inizialmente non andavano per nulla d’accordo e li separammo con una piccola grata.
Dopo qualche settimana di sguardi e tentativi di avvicinamento(con saltellii strambi)diventarono compagni inseparabili!
Li chiamammo Socrate e Santippe (per cui ho scritto anche una poesia). La cosa che mi è rimasta più in mente è che, quando ancora suonavo il pianoforte,(ora ormai definitivamente scassato), quando arrivavo ad una certa battuta del “Clavicembalo ben temperato di J.S. Bach “particolarmente il preludio in do maggiore,cominciavano a cantare entrambi a perdifiato e non la smettevano se non terminavo di suonare io.!!
Perciò un giorno li registrai su una musicassetta(allora non c’erano ancora i cd) e feci loro ascoltare la registrazione! Effetto mirabolante!!! L’incisione provocava loro una voglia incredibile di gorgheggiare e trillare a più non posso! Ripetei questo esperimento molte volte con lo stesso risultato! Fantastico!
Probabilmente credevano che ci fossero altri uccellini che volessero occupare il loro territorio e quindi si esibivano per cacciarli via.
Altro episodio interessante a loro vincolato è la volta che misi una ciabatta di feltro blu sopra la gabbietta. La mattina dopo trovai nella gabbia un nido blu!
La femmina aveva strappato brani di quella calzatura e si era preparata a covare…
Non ebbero però piccoli perchè è molto raro che gli usignoli giapponesi nidifichino lontani dal proprio ambiente naturale. Almeno vi hanno tentato!!
Un particolare che ho ritrovato su questa foto è l’unghia malformata . Probabilmente , anzi, quasi sicuramente, questo uccellino è nato in un nido con tanti piccoli, ossia “affollato” come mi ha spiegato il negoziante. Non avendo tanto spazio , le unghie , invece di crescere distese si malformano. Ma non c’è pericolo che ciò renda fastidio all’uccellino…basta stare attenti alla “cesura “delle unghie che si fa una, volta ogni due mesi~.
Potrebbe sentire dolore.
Socrate visse 12 anni ma era proprio anziano ed un po’ rimbambito. Negli ultimi giorni invece che fare il bagnetto nell’acqua , si sfregava fortemente la pancina contro la metà d’arancia (per cibo ) che c’era nella gabbia. Chissà perché? E tremava tutto, sembrava avesse l’ alzaimer!
Li abbiamo sotterrati entrambi al “ Monte Stella”(montagnetta di S.Siro) dentro due piccole scatoline, avvolti in due fazzolettini bianchi di seta.
Quanti altri ricordi mi vengono alla mente..!
Che tenerezza vederli dormire appallottolati come palle da tennis! E che bello sorprenderli nell’intimità, mentre si spulciavano a vicenda
Erano loro che ci svegliavano la mattina con i loro gioiosi vocalizzi appena il sole si alzava.
Com’erano golosi del biscottino al miele che li ponevamo nella gabbia..!
Era papà che puliva la loro casetta con amore ed impegno per farli rimanere puliti.
Non credo di comprarmi un'altra coppia in quanto, quando sono morti, ho sofferto troppo!
Ma i bei ricordi rimangono!! Fortunatamente! Alla prossima ...Vale
mercoledì 17 giugno 2009
Primi passi
E’ difficile cominciare a comunicare con chi visiterà il mio blog.
Prima di tutto: ben trovati!
Inizierò , dato il mio amore per la natura, con una mia poesia che commenterò.
Le mie osservazioni su questi versi mi sembrano necessarie , ma non indispensabili per la comprensione , in quanto ognuno è libero di trovare, volendo, valenze personali.
Io desidero esprimere con la poesia seguente , i concetti che seguiteranno ad essa.
Inizierò , dato il mio amore per la natura, con una mia poesia che commenterò.
Le mie osservazioni su questi versi mi sembrano necessarie , ma non indispensabili per la comprensione , in quanto ognuno è libero di trovare, volendo, valenze personali.
Io desidero esprimere con la poesia seguente , i concetti che seguiteranno ad essa.
Primavera 1984
Quest’oggi nell’aria odorosa
Biancheggiano pollini estivi.
La bionda ginestra flessuosa
Profuma di molli sospiri.
Nel chiaro, alto vetro intarsiato
Rilucono pallidi i fusti
Che l’acqua ha già ristorato
E attendon che l’ape li gusti.
Sottile la malinconia
Che sal come linfa vitale
Già nutre la carnea corolla
Che si inturgidisce d’amore.
Che sia la tua pena o la mia,
codesto sentore, uguale
si arguisce , e come in un’olla
si dà rosso vin con sopore.
Si attende di esser recisi.
Soli, tra spighi, fiordalisi.
Si tratta certamente di un canto di lode alla Natura che si risveglia in primavera. La ginestra , in questo caso è stata mozzata dal suo cespuglio e non può certo ovviare al compito, (Leopardi), di trattenere le fragili zolle.
Con il loro profumo ,però , rispecchiano anche sentimenti umani amorevoli che al risveglio della nuova stagione , particolarmente si provano.
I fiori sono “ imprigionati” in un recipiente che lascia intravedere tuttavia,i propri steli come i vestiti trasparenti di certe adolescenti o donne che in primavera si spogliano un po’ di più.
Il refrigerio dell’acqua è senz’altro la cosa più piacevole che la Natura ,di questi tempi , con i primi caldi, ci offre.
I primi insettini ,amati o non, si fanno più operosi.
La prima parte della poesia, più bucolica, lascia il posto a quella più introspettiva.
Il sentimento mesto è a volte fonte di piacere , soprattutto se riguarda una persona che si ama particolarmente.
Ognuno soffrendo, offre come vino,nell’anfora antica della Vita, il proprio sangue con torpore e quasi assopimento. Anche questo è un dolce ma malinconico stato d’animo che spesso di prova collegato all’Amore.(Con la “A” maiuscola) Con la conclusione finale ho voluto ricordare in modo meno drammatico possibile il nostro destino comune di piccoli ma vivaci fiori che, in sé stessi, sarebbero infestanti, ma sono certo più rari e gradevoli a vedersi di certi “cereali” altezzosi, utili ma poco significativi.
Così, cari amici fiordalisi, dobbiamo, anche se orgogliosamente, adattarci e rassegnarci!
Spero che anche grazie a questa lunga chiosa, abbiate riconosciuto qualcosa di voi stessi , perchè credo che la poesia sia utile quando vi ci si riconosce almeno un po’.
Scusate la spocchia che non era voluta!
Avrete così compreso il mio più grande difetto: mi “gaso” troppo.
E’ più forte di me, ma in futuro prometto di trattenermi!
Grazie della paziente attenzione,
alla prossima…. Vale
Quest’oggi nell’aria odorosa
Biancheggiano pollini estivi.
La bionda ginestra flessuosa
Profuma di molli sospiri.
Nel chiaro, alto vetro intarsiato
Rilucono pallidi i fusti
Che l’acqua ha già ristorato
E attendon che l’ape li gusti.
Sottile la malinconia
Che sal come linfa vitale
Già nutre la carnea corolla
Che si inturgidisce d’amore.
Che sia la tua pena o la mia,
codesto sentore, uguale
si arguisce , e come in un’olla
si dà rosso vin con sopore.
Si attende di esser recisi.
Soli, tra spighi, fiordalisi.
Si tratta certamente di un canto di lode alla Natura che si risveglia in primavera. La ginestra , in questo caso è stata mozzata dal suo cespuglio e non può certo ovviare al compito, (Leopardi), di trattenere le fragili zolle.
Con il loro profumo ,però , rispecchiano anche sentimenti umani amorevoli che al risveglio della nuova stagione , particolarmente si provano.
I fiori sono “ imprigionati” in un recipiente che lascia intravedere tuttavia,i propri steli come i vestiti trasparenti di certe adolescenti o donne che in primavera si spogliano un po’ di più.
Il refrigerio dell’acqua è senz’altro la cosa più piacevole che la Natura ,di questi tempi , con i primi caldi, ci offre.
I primi insettini ,amati o non, si fanno più operosi.
La prima parte della poesia, più bucolica, lascia il posto a quella più introspettiva.
Il sentimento mesto è a volte fonte di piacere , soprattutto se riguarda una persona che si ama particolarmente.
Ognuno soffrendo, offre come vino,nell’anfora antica della Vita, il proprio sangue con torpore e quasi assopimento. Anche questo è un dolce ma malinconico stato d’animo che spesso di prova collegato all’Amore.(Con la “A” maiuscola) Con la conclusione finale ho voluto ricordare in modo meno drammatico possibile il nostro destino comune di piccoli ma vivaci fiori che, in sé stessi, sarebbero infestanti, ma sono certo più rari e gradevoli a vedersi di certi “cereali” altezzosi, utili ma poco significativi.
Così, cari amici fiordalisi, dobbiamo, anche se orgogliosamente, adattarci e rassegnarci!
Spero che anche grazie a questa lunga chiosa, abbiate riconosciuto qualcosa di voi stessi , perchè credo che la poesia sia utile quando vi ci si riconosce almeno un po’.
Scusate la spocchia che non era voluta!
Avrete così compreso il mio più grande difetto: mi “gaso” troppo.
E’ più forte di me, ma in futuro prometto di trattenermi!
Grazie della paziente attenzione,
alla prossima…. Vale
mercoledì 10 giugno 2009
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